Prometeo
L’antica stagione degli uomini
Eracle è venuto a liberare Prometeo e per farlo ha dovuto uccidere il Centauro, L’uomo-belva, ma non si uccidono, i mostri. Non lo possono nemmeno gli dèi. Giorno verrà che Eracle crederà di aver ucciso un altro mostro, più bestiale, e invece avrà soltanto preparato la sua rupe. Il centauro ha offerto il suo sangue per liberare Prometeo nella legge del mondo e del destino… Come Prometeo certamente un tempo sapeva che il furto del fuoco sarebbe stato la sua rupe.
…Tu ora vieni a liberarmi ma io sono già sciolto. Io potevo esser sciolto soltanto se un altro prendeva il mio posto. E il Centauro si è fatto trafiggere da te, seguendo la sua sorte.
Ma in questo mondo che è nato dal caos, regna una legge di giustizia. La pietà, la paura e il coraggio sono solo strumenti. Nulla si fa che non ritorni. Il sangue che tu hai sparso e spargerai, ti spingerà a morir la tua morte. Sarà il sangue dei mostri che tu vivi per distruggere. E salirai su un rogo, fatto del fuoco che io stesso ho rubato.
La morte è entrata in questo mondo con gli dèi, i mortali temono la morte perchè, gli dei in quanto dèi, non temono la morte: perché immortali. Ma ciascuno ha la morte che si merita. Finiranno anche loro.
Di certo i mostri non muoiono. Quello che muore è la paura che t’incutono. Così è per gli dèi. Quando i mortali non ne avranno più paura, anche loro spariranno… e non torneranno i titani, ne i sassi ne le selve. Ci sono già. Quel che è stato sarà… ancora!
Noi siamo un nome, non altro, il mondo invece ha stagioni come i campi e la terra. Ritorna l’inverno, ritorna l’estate. Chi può dire che la selva perisca? o che invece possa durare? Voi sarete titani, fra poco, mortali, o immortali, non conta.